Corriere della Sera: l’articolo di Antonio Martusciello sulla necessità di un sistema di regole per gli OTT

Corriere della Sera, 8 Settembre 2017

Caro direttore, la Commissaria Margrethe Vestager, intervenuta a Cernobbio, nell’evidenziare con preoccupazione le pressioni lobbistiche ricevute a Bruxelles dai colossi del Web, ha fermamente ribadito la linea dura dell’Europa contro gli abusi di Google e co. Un intreccio, quello tra potere di mercato e potere economico realizzato da questi operatori, che estende le sue mire perfino nel settore dell’informazione. In Italia, i dati del 50 Rapporto Censis lo dimostra.

Tra le prime fonti di informazione si collocano Facebook (35,5%) e Google (19,4%), capaci di superare anche i quotidiani (18,8%). Percentuali che diventano più rilevanti tra i giovani. Ma se l’intermediazione delle notizie online è in buona parte guidata dalle piattaforme digitali, quali sono le conseguenze? Le piattaforme acquisiscono le abitudini e i dati degli users: questi sono poi utilizzati, non solo per profilazione commerciale, ma anche, nel caso dei social network, per proporre contenuti informativi più prossimi all’opinione del lettore digitale e quindi probabilmente più condivisi. E’ chiaro che, in questo contesto, la capacità critica dell’utente rischia di diminuire. Non solo. Posto che gli utenti si spostano verso tali aggregatori di notizie, anche la catena del valore subisce significative ripercussioni. Se infatti gli editori producono informazione, ma i ricavi legati alla pubblicità sono a beneficio degli aggregatori, il business dei primi è destinato inevitabilmente a ridursi, ed ha come possibile effetto la relativa contrazione degli investimenti a detrimento della qualità giornalistica.

Il problema reale è che nei servizi online non sussistono regole specifiche (se non quelle estremamente generiche che caratterizzano la società dell’informazione) e, soprattutto, non trova applicazione un sistema di responsabilità editoriale. Certo i social non producono direttamente contenuti, ma è possibile ancora ritenere che questi non gestiscano le notizie, decidendo cosa promuovere e cosa oscurare? E’ evidente che tali soggetti acquisiscono un ruolo sempre più considerevole anche nello scenario informativo, seguiti, come come sono, da un ampio pubblico e dotati di un’influenza probabilmente eccessiva. E allora se la proclamata neutralità verso ciò che è “veicolato” inizia a vacillare, occorre probabilmente ripensare a un nuovo sistema di regole. D’atronde, come sottolineava Churchill, la responsabilità cos’è se non il prezzo della grandezza.

Antonio Martusciello

Fonte: Corriere della Sera

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